Traversata Varma e Bettigia

Della serie: esisteva un percorso che l’Orso Gongo ha trovato.

Il Vuom de Bettigia

L’imbeccata me l’ha fornita Egidio da Cellino che chiacchierando in tema Val Bettigia mi disse che qualcuno la risaliva per scendere poi al Landravon de Varma e uscire a Barcis. Mi è bastata questa notiziola per supporre l’esistenza di un passaggio agevole tra il Vuom de Bettigia e il Landravon.

Landravon del Varma, caverna con resti di utilizzo umano.

Con una attenta ricerca sulle mappe e su immagini scattate da varie angolazioni sono risalito al probabile percorso.

Immagine dal M. Stracciacamicia

La decisione di partire dal Varma è dovuta al fatto che la Val Bettigia è proprio difficile da risalire, causa la totale scomparsa della vecchia traccia per schianti e frane varie e quindi ho preferito percorrerla in discesa.

Ritrovamento in Val Bettigia

La recente percorrenza del sentiero fino al Landravon de Varma da parte di Mauro Basso e Barbara Campagna che hanno operato tagli, eretto ometti e poste altre segnalazioni, ci ha permesso di giungere al Landravon in poco tempo (3 ore e quindici minuti) per averne a disposizione nel tratto incognito.

Al centro il Vuom de Bettigia dalla Cuosta Landrone

Con grande sorpresa, già partendo dal Landravon del Varma ho cominciato a rinvenire tracce di passaggio e sulla Cuosta Landrone un unico taglio di un albero mi ha confermato di essere sulla giusta via. Poi, come al solito, ho fatto un pasticcio, ma ne sono uscito egregiamente anche con l’aiuto critico di Rico Giro che sta davvero prendendo le misure col selvatico.

Il Rio Ruassa sotto la Forcella del Vuom

Da poco sotto la Forcella del Vuom: in primo piano la Cuosta Landrone, in secondo il M. Lupo e in terzo piano il M. Fara.

Considerazioni: grande traversata in ambiente severo. Il fatto che per la metà il tragitto si svolge su sentiero (fino al Landravon de Varma) rende accettabile la parte selvatica e la discesa della Val Bettigia che però va conosciuta, altrimenti non se ne esce. Davvero mi ha sorpreso trovare tracce, anche se intermittenti, e vestigia umane come tagli di vegetazione e un antro con resti di bivacchi. Siamo abituati ai fuori via tracciati in nero sulle carte topografiche, ma questo non è menzionato da nessuna parte e per tale motivo potrebbe attirare l'interesse dei veri appassionati di selvaggio come il Norman.

Grazie a Lucipezz che stima e ammira questa tipologia di percorsi e fa più compagnia di una radio.